In Italia sono già 75.000: papà che si occupano dei figli, mentre la moglie va in ufficio. Molti restano a casa per necessità, perché hanno perso il lavoro, pochi per scelta. La sfida è trasformare
la situazione in un’opportunità. A loro è successo.
«Care mamme, fateci largo». Arriva un esercito di mammi, qualcuno per scelta, molti per necessità. In Italia sono tanti gli uomini che si occupano dei figli mentre le loro compagne portano a casa lo stipendio.
Una condizione che riguarda il 10% delle famiglie italiane. Secondo l’Istat, i papà-dicasa italiani oggi sono circa 75.000, poco più di 3 ogni 1.000 uomini tra 15 e 64 anni. La quota è cresciuta del 20% in due anni. Anche
perché, sempre secondo i dati Istat, dal 2007 è aumentato il lavoro femminile (dal 46,94% al 47,13%), mentre quello maschile è diminuito (dal 70,82% al 66,22%). «Buona parte del fenomeno si deve alla crisi» dice Fiorenzo Bresciani, un “pioniere” del tema, che nel 2003 hafondato la Auc, Associazione uomini casalinghi. «Siamo a 5.900 iscritti. Agli inizi erano soprattutto maschi che sposavano uno stile di vita, ultimamente prevale chi ha perso il posto». Non è un caso che la maggior parte provengano dal Centro-Sud. «Li si vive molto la famiglia, però è anche vero che le opportunità di lavoro sono scarse» aggiunge Bresciani.
Di Adriano Lovera
Donna Moderna
Maggio 2013